La cultura egiziana
Certamente il XX secolo ha visto l'introduzione anche nell'islamico Egitto di prodotti tipici di realtà più occidentali, quali la Coca Cola, i blue jeans e la TV, ma per la maggior parte dei fellahin (contadini e abitanti delle campagne) le cose sono rimaste sostanzialmente uguali.
Passeggiando anche per le vie della capitale, Il Cairo, si può constatare quanto appena detto. La povertà è davvero dilagante e accanto ai poveri piu' poveri si possono trovare gioiellerie che vendono Rolex del valore di migliaia di euro (o sterline egiziane).
Forte di secoli di cultura, di arte, di musica e di letteratura, l'Egitto oggi si appresta a rinnovarsi senza perdere quelle caratteristiche che nel corso del tempo hanno reso particolare e profonda la formazione di generazioni di scrittori, di poeti, di cantanti e di pittori.
Basti pensare al premio nobel per la letteratura (1988) Nagib Mahfuz, uomo di cultura che ha fotografato la società egiziana in bilico tra modernità e tradizione, evidenziandone i deficit sia in un senso che nell'altro. Proprio per questo, oltre che alla censura, lo scrittore si è attirato l'attenzione di estremisti che hanno attentato nel 1994 alla sua incolumità.
L'Egitto si distingue anche, rispetto ai paesi confinanti, per la ricca produzione cinematografica con registi come Salah Abou Seif considerato il padre del cinema arabo.